Lewis Hamilton sta vivendo con preoccupazione questo momento e con lui anche i suoi tifosi: l’annuncio è stato piuttosto eloquente
Le parole del campione inglese sono state rilasciate prima del Gran Premio dell’Arabia Saudita e lasciano trasparire un pizzico di delusione che nessuno avrebbe voluto sentire. Purtroppo però non dipende dal #44 ma dai fatti a cui stiamo assistendo.
Il momento che sta vivendo la F1 è molto delicato, tra scandali e polemiche si rischia di perdere di vista quanto accade in pista. Max Verstappen ha mostrato in Bahrain la sua consueta superiorità, grazie ad una magnifica ed efficacissima RB20. Il problema è che in casa Red Bull si parla di tutto tranne che di prestazioni. Il caso Horner è stato archiviato solo ufficiosamente, visto che dopo l’inchiesta è partito un braccio di ferro interno che rischia di far implodere il team.
Da una parte ci sono Horner e la parte thailandese della proprietà, dall’altra Helmut Marko, Jos Verstappen e gli austriaci. Un gioco di potere che potrebbe destabilizzare anche Max, solitamente molto restio ad affrontare temi che non riguardano strettamente la competizione.
Oltre alle polemiche in casa Red Bull si è aggiunto anche il caso del presidente FIA Mohammed Ben Sulayem, finito sotto la lente d’ingrandimento per aver interferito con il risultato del Gran Premio dell’Arabia Saudita dello scorso anno quando, stando a quanto rivelato finora, avrebbe contribuito a far cancellare la penalità a Fernando Alonso.
Formula 1, lo sfogo di Hamilton è eloquente
Di tutta questa situazione nebulosa in Formula 1 ha parlato anche Lewis Hamilton, nell’incontro con la stampa a Gedda. Il pilota della Mercedes non sta vivendo bene gli ultimi accadimenti e ha spiegato il perché: “Da amante del Motorsport è decisamente triste vedere quello che sta accadendo”.
Hamilton poi aggiunge: “Il nostro sport in questo momento difficile deve dimostrare di aderire ai propri valori, rendendoci responsabili delle nostre azioni“. Su Horner chiosa: “Ho vissuto qualcosa di simile in McLaren, nel senso che il nostro capo (Ron Dennis, ndr) era in discussione ed era in un momento difficile“. All’epoca il problema era la Spy Story con la Ferrari, mentre ora le vicende riguardano una situazione interna alla Red Bull.
Il minimo comun denominatore è il problema che il team coinvolto sta vivendo e l’intera Federazione a livello di immagine. La sensazione è che gli strascichi di una vicenda del genere andranno ben oltre la semplice inchiesta che ha visto coinvolto il team principal della RB. E di questo la F1 non ne ha bisogno.
